Secondo la nuova edizione dell’Osservatorio “Giovani e Orientamento”, realizzato da Gi EDU, la nostra divisione dedicata al mondo delle scuole e delle università, realizzato in collaborazione con Skuola.net, solo 3 neodiplomati su 10 dichiarano di avere le idee chiare sul proprio futuro lavorativo.
Un dato che, seppur ancora basso, mostra segnali di miglioramento rispetto agli anni precedenti. La recente riforma dell’orientamento scolastico – con l’introduzione della figura del tutor e l’obbligo di almeno 30 ore annue dedicate al tema – rappresenta un passo importante in questa direzione. Tuttavia, le scuole faticano ancora a gestire in autonomia un accompagnamento efficace degli studenti verso il mondo del lavoro. Una delle principali criticità resta il mismatch tra le competenze richieste dal mercato e quelle possedute dai giovani diplomati.
Un’ulteriore indagine, condotta da Gi EDU e Fondazione ANP, evidenzia che 9 dirigenti scolastici su 10 ritengono che l’orientamento nelle loro scuole sia ancora limitato a momenti informativi generici. Solo il 3% dei docenti viene considerato realmente preparato a guidare gli studenti in modo efficace. E, sebbene il 68% degli istituti si avvalga del supporto di realtà esterne – come agenzie per il lavoro, enti di formazione o aziende – permane un forte divario tra le attività offerte e le aspettative dei giovani.
A confermare la necessità di un’evoluzione è ancora una volta la voce dei dirigenti: 7 su 10 dichiarano di aver bisogno di una maggiore formazione per i docenti, mentre oltre il 40% auspica il coinvolgimento di esperti esterni per progettare e innovare i percorsi di orientamento mirati.
Le scuole continuano a puntare soprattutto sull’orientamento verso l’università o percorsi post-diploma, trascurando l’aspetto più pratico e concreto. Quasi 9 studenti su 10 chiedono più concretezza, vorrebbe esperienze reali, meno teoria e un contatto diretto con il mondo del lavoro.
“La recente riforma dell’orientamento ha sicuramente rivitalizzato un ambito che la scuola ha ben presente ma che in molti casi fatica a sviluppare: per questo non sorprende che circa la metà dei maturandi non sia soddisfatta delle attività di orientamento svolte e conviva con la preoccupazione di non avere prospettive di studio o di lavoro” afferma Alessandro Nodari, Candidate Management & Employer Branding Senior Director di Gi Group.
“I dati dell’indagine fotografano bene il senso di spaesamento che molti studenti provano nel momento cruciale della maturità. Gli studenti ci chiedono esperienze pratiche, contatti con le realtà lavorative e testimonianze autentiche: orientamento non vuol dire solo parlare di università, ma aiutare ognuno a trovare la propria strada” aggiunge Daniele Grassucci, Direttore di Skuola.net.
“Un orientamento efficace è decisivo per aiutare i ragazzi a costruire il proprio futuro e per contrastare ogni forma di dispersione scolastica. Ora serve rendere tutto questo strutturale, puntando anche sulla formazione continua dei docenti, affinché ogni possa contribuire a una didattica davvero orientativa e motivante” sostiene Antonello Giannelli, Presidente della Fondazione ANP.
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