È facile percepire in autonomia quanto alcuni lavori siano più pesanti rispetto ad altri. Esistono, però, anche vere e proprie normative che stilano specifici elenchi di lavori usuranti e determinano vantaggi studiati ad hoc per chi si trova coinvolto in queste categorie.

Si tratta di un argomento delicato e sono numerosi i decreti che normano nel dettaglio la vita lavorativa e i vantaggi previdenziali di cui hanno diritto i lavoratori che svolgono attività ritenute particolarmente faticose a livello psicologico e fisico.

 

COSA SONO I LAVORI GRAVOSI: COSA DICE LA NORMATIVA

La definizione di lavori usuranti si trova all’interno del D.Lgs 374/1993, che menziona una tipologia di lavori che richiede “un impegno psicofisico particolarmente intenso e continuativo, condizionato da fattori che non possono essere prevenuti con misure idonee”. È sempre lo stesso decreto a proporre tabelle contenenti elenchi di mansioni usuranti, aiutando a capire chi ha diritto a trattamenti pensionistici differenti e perché. Tali elenchi si sono evoluti nel corso del tempo, seguendo l’evoluzione naturale del mercato del lavoro, della tecnologia e dei rischi relativi a nuove categorie professionali.

Il  Decreto Legislativo 67 del 2011, ad esempio, stila una lista  dei lavori usuranti, che possono comportare una qualità della vita inferiore o addirittura fenomeni di invecchiamento precoce. Tali condizioni, evidentemente gravose e pesanti per i soggetti coinvolti, danno diritto a pensioni di anzianità agevolate: un modo per favorire chi, nel corso della sua carriera, ha sacrificato il suo tempo per lo svolgimento di mansioni preziose, ma profondamente usuranti.

 

CHE COSA COMPORTA SVOLGERE UN LAVORO USURANTE

Se si osserva l’elenco dei lavori ritenuti usuranti ci si accorge che si tratta di professioni non adatte a tutti, per via dell’impegno fisico o mentale che richiedono o del loro livello di rischio. Il carico di stress di cui si tiene conto per definire un lavoro “usurante” considera, quindi, ogni tipologia di stress che possa velocizzare i processi di invecchiamento.

Chi svolge lavori usuranti vive gli anni di carriera in maniera molto più intensa, sul piano fisico o emotivo, per via dell’esposizione a pericoli biologici, chimici o fisici, per gli orari di lavoro estremi, per la pressione psicologica che sperimenta quotidianamente o per altri elementi che rendono la sua quotidianità più sfidante di quella degli altri lavoratori.

L’esacerbato stress psicofisico espone, inoltre, questi professionisti a un maggior rischio di infortuni e patologie professionali che coinvolgono il piano fisico e/o quello mentale.

 

LAVORI USURANTI 2023: L’ELENCO COMPLETO

Le tabelle dei lavori gravosi si sono modificate spesso nel tempo, ma per avere un’idea di quali siano possiamo guardare all’elenco dei lavori usuranti del 2022, che integra le vecchie liste con le più recenti aggiunte normative.

Ha diritto a benefici speciali chi lavora:

  • di notte in maniera continuativa;
  • in galleria, cava o miniera;
  • alle linee di montaggio con ritmi vincolati;
  • in spazi ristretti come condotti, pozzi, cunicoli di servizio, fognature, caldaie e serbatoi;
  • in cassoni ad aria compressa
  • in altezza su scale aeree, funi, ponti a sbalzo, a castello o in sospensione;
  • in celle frigorifere o ambienti con temperature pari o inferiori a 5°;
  • in ambienti con elevate temperature (forni, fonditori, etc)
  • su mezzi rotabili di superficie;
  • nei reparti di pronto soccorso, rianimazione e chirurgia d’urgenza;
  • nelle serre o fungaie;
  • nell’estrazione dell’amianto;
  • nell’industria estrattiva, in edilizia o nella manutenzione degli edifici;
  • nella conduzione di gru e macchinari di perforazione;
  • nelle concerie;
  • alla guida di mezzi pesanti;
  • nella scuola pre-primaria o nell’assistenza a persone non autosufficienti;
  • nello spostamento merci;
  • in ambienti sanitari soggetti a turni (settore infermieristico, ostetrico etc);
  • come palombaro;
  • nella raccolta dei rifiuti.

 

COME FACCIO A SAPERE SE IL MIO È UN LAVORO USURANTE?

Sapere se il tuo lavoro è tra quelli ritenuti usuranti può esserti utile per capire come muoverti a fini pensionistici. A tale proposito è utile consultare le tabelle inserite nei decreti, oppure informarsi sul sito dell’INPS, che fornisce indicazioni specifiche in merito a queste particolari professioni.

Consultare online gli elenchi dei lavori usuranti per il 2022 o le novità normative per il 2023 è utile, ma per essere certo di avere informazioni aggiornate e non commettere errori è un’ottima idea chiedere aiuto a un consulente qualificato, che possa analizzare il tuo caso specifico e fornirti indicazioni personalizzate.

 

QUANDO VA IN PENSIONE CHI SVOLGE LAVORI USURANTI

Sono riconosciuti specifici benefici previdenziali a chi ha svolto lavori usuranti: a loro è riconosciuta la possibilità di andare in pensione anticipatamente, per compensare l’usura fisica e psichica a cui sono stati esposti durante la loro carriera.

Possono fare domanda per questa speciale agevolazione i lavoratori che hanno un contratto pubblico o privato e che:

  • svolgono attività classificate come usuranti in base alla normativa vigente;
  • hanno svolto queste mansioni per almeno sette anni negli ultimi dieci lavorati o per almeno metà della loro vita lavorativa;
  • hanno un’anzianità contributiva di 35 anni;
  • hanno un’età non inferiore a 61 anni e 7 mesi;
  • raggiungono almeno il quorum della quota 97,6 (data dalla somma di anzianità anagrafica e anzianità contributiva).

Inoltre, con la legge di Bilancio del 2017 e successive modificazioni e integrazioni (legge 232/2016, legge 205/2017 e DM 5 febbraio 2018), il Governo ha introdotto una misura previdenziale sperimentale, ovvero l’APE Sociale: è un’indennità mensile di carattere temporaneo, corrisposta al lavoratore che ha compiuto 63 anni e in possesso dei requisiti necessari. Si tratta di un accompagnamento al pensionamento che arriva al massimo a 1500 euro lordi e, per ottenerlo, è necessario essere in possesso dei seguenti requisiti:

  • avere un contratto di lavoratore dipendente;
  • avere almeno 63 anni di età;
  • ave maturato 36 anni di contributi;
  • aver svolto una mansione gravosa indicata tra quelle del DM del 5 febbraio 2018, per almeno 6 anni negli ultimi 7 o per 7 anni negli ultimi 10.

Può accedere a questo tipo di indennità, oltre a coloro che si trovano in possesso dei requisiti di cui sopra, anche coloro che si trovano in una delle situazioni alternative di cui sotto e che abbia un’anzianità contributiva di almeno 30 anni:

  • stato di disoccupazione a seguito di specifiche motivazioni e conclusione integrale della percezione della Naspi;
  • Assistenza, al momento della richiesta e da almeno 6 mesi, a coniuge, persona in unione civile o parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità (art. 3, c. 3, L. 104/92), o un parente o un affine di secondo grado convivente se i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità hanno compiuto 70 anni oppure sono anch’essi affetti da patologie invalidanti o sono deceduti o mancanti;
  • Capacità lavorativa ridotta almeno pari al 74%, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile.

 

 

 

 

 

 
 
 
 

 

 

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