Uno dei momenti più difficili da gestire per un lavoratore è senza dubbio quello del decesso di un familiare o di un parente stretto. Infatti, all’ovvia sofferenza di carattere psicologico connessa all’evento si aggiungono le difficoltà per l’organizzazione della cerimonia funebre e connesse pratiche burocratiche da espletare per la richiesta di un permesso per lutto che consenta di assentarsi dal luogo di lavoro.
Tale tipologia di permesso retribuito è stata pensata proprio per facilitare la gestione di un periodo particolarmente sfidante e garantire ai lavoratori dipendenti la possibilità di dedicarsi all’elaborazione del lutto e delle incombenze contingenti. Come funziona e come si richiede un congedo per lutto retribuito?
INDICE DEI CONTENUTI
CHE COS’È IL PERMESSO RETRIBUITO PER LUTTO?
Il permesso per lutto familiare è una particolare tipologia di congedo, che viene autorizzata dal datore di lavoro nel momento in cui uno dei dipendenti subisce un grave lutto in famiglia. Tale permesso rientra nella categoria dei permessi retribuiti e consente al lavoratore di percepire una retribuzione pari a quella della sua normale giornata lavorativa.
Sono previsti dalla legge n.53 dell’8 marzo 2000, denominata “Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi delle città”, che regola nel Capo II i “Congedi per eventi e cause particolari” tra cui il permesso per lutto.
CHI PAGA IL PERMESSO RETRIBUITO PER LUTTO?
Il pagamento dei permessi per lutto è a carico dell’azienda, che si impegna così a sostenere economicamente i collaboratori che dovessero subire lutti all’interno del nucleo familiare. Si tratta di un gesto etico e di tutela del benessere dei dipendenti, prima ancora che un obbligo di legge.
QUANDO SI PUÒ RICHIEDERE IL PERMESSO PER LUTTO?
Il permesso retribuito per lutto può essere richiesto solamente in caso di morte di parenti molto stretti, facenti parte cioè del proprio nucleo familiare. È ammesso, infatti, per
- la morte del coniuge (anche se separato) o del partner di unioni civili o del convivente (quando la convivenza è dimostrata da apposite certificazioni anagrafiche)
- la dipartita di parenti fino al 2° grado in linea retta o collaterale (anche se non conviventi), ossia figli e genitori, nonni, fratelli e nipoti intesi come figli dei figli
A queste regole derogano alcuni CCNL, che prevedono una più ampia varietà di casi in cui è possibile richiedere un permesso retribuito, oppure si aprono alla possibilità di chiedere permessi non retribuiti in corrispondenza di eventi luttuosi.
La possibilità di ottenere congedi per lutto, inoltre, spetta ai titolari di rapporti di lavoro subordinati (sia privati, sia pubblici) ed esclude quindi i lavoratori che hanno rapporti diversi da quello della subordinazione, come ad esempio i tirocinanti. In caso di contratto part-time verticale, inoltre, il permesso è valido solo se le giornate richieste coincidono con quelle lavorative e a volte le imprese escludono dalla richiesta di congedo per lutto i lavoratori in prova o quelli con un contratto a tempo determinato inferiore ai 6 mesi.
DURATA DEL PERMESSO
Il normale permesso retribuito per lutto è di 3 giorni complessivi per ogni anno : ciò significa che ogni dipendente può richiedere al massimo tre giorni di congedo, a prescindere dal numero di lutti che potrebbe subire in famiglia. Inoltre, si tratta di permesso che resta fruibile entro 7 giorni dal decesso del parente stretto e che non può quindi essere richiesto oltre questo periodo soglia.
È anche vero, però, che alcuni contratti collettivi possono prevedere condizioni più flessibili, consentendo, ad esempio, 4 giorni di permesso per ogni evento luttuoso oppure 5 giorni di congedo di cui 3 retribuiti. Insomma, l’ampia varietà di contrattazioni individuali e collettive potrebbe estendere anche di parecchio i limiti di questo particolare tipo di permesso.
COME VENGONO RETRIBUITI I GIORNI DI LUTTO
Se il lavoratore dipendente si assenta dal lavoro per lutto richiedendo l’apposito permesso, gli viene riconosciuta una retribuzione oraria o giornaliera pari a quella di una normale giornata effettivamente lavorata. All’interno della busta paga, quindi, non si troveranno scalati ROL o giorni di ferie o altre tipologie di permessi.
Le ore di congedo per lutto richieste entrano a far parte della retribuzione imponibile, sui quali vengono maturati anche i relativi contributi.
COME RICHIEDERE IL PERMESSO RETRIBUITO PER LUTTO
In caso di grave malattia di un parente stretto è un’ottima idea comunicare tempestivamente la propria condizione sia al datore di lavoro o all’apposito reparto Risorse Umane, sia ai colleghi, in modo che essi possano iniziare a prepararsi all’eventualità di un’assenza dal luogo di lavoro.
È possibile all’occorrenza anche richiedere eventuali permessi specifici per l’assistenza di familiari con pesanti problematiche oppure chiedere il permesso di lavorare con dinamiche di smart working, che facilitano la gestione delle pratiche personali e l’equilibrio tra la vita privata e professionale.
Un’ottima idea è quella di consultare il proprio contratto di lavoro per sapere cosa prevede in caso di lutto o avere un confronto con i responsabili HR in proposito. Sapere cosa è concesso a contratto consente di pianificare i giorni da richiedere come permesso (retribuito e non), decidendo il da farsi in base al proprio stato mentale, ma anche alle proprie possibilità finanziarie.
Per richiedere il permesso per lutto è necessario inviare all’azienda una richiesta scritta, ma il buon senso suggerisce di informare verbalmente datori di lavoro, responsabili e colleghi prima di inoltrare una formale richiesta di congedo. È possibile poi inviare una lettera cartacea o un’email (oggi sdoganata come mezzo di comunicazione aziendale), che abbia un tono formale e che comunichi la necessità di avere un permesso retribuito per un grave lutto in famiglia.
In tale comunicazione scritta è bene includere i riferimenti della persona venuta a mancare, i giorni di permesso retribuito richiesti, gli eventuali permessi aggiuntivi che si desidera ottenere (ferie o altro), l’eventuale reperibilità nei giorni di assenza, la data di rientro e un educato ringraziamento all’azienda per la comprensione durante un momento particolarmente complesso.
Una buona pratica è anche quella di informare personalmente i colleghi dell’accaduto, organizzandosi con loro in modo da garantire il normale svolgimento delle attività lavorative nei giorni di congedo.
ESEMPIO DI DOMANDA DI PERMESSO RETRIBUITO PER LUTTO
Online sul nostro sito è possibile reperire diverse tipologie di modelli utili (ad esempio, relativi a CV e lettere di autocandidatura, oppure a cover letter e richieste di permesso per i più diversi scopi).
Ti proponiamo di seguito anche un modello per la compilazione di un’eventuale richiesta di permesso per lutto, che è possibile semplicemente personalizzare e consegnare all’azienda.
Gentile [Responsabile HR/di reparto o datore di lavoro],
la presente per richiedere un permesso retribuito per lutto, in seguito al decesso di [nome, cognome e grado di parentela del defunto], deceduto il [data] a [luogo]. Ho necessità di fruire dei giorni di congedo per lutto previsti a contratto, per poter organizzare e partecipare ai funerali, assentandomi quindi dal [data] al [data].
Ho già preso accordi con il collega [nome e cognome] in modo da far proseguire senza intoppi le attività quotidiane del reparto. Si occuperà sempre lei/lui di rispondere alle mie email e alle mie chiamate, ma mi tengo comunque disponibile al numero [numero di telefono] o all’indirizzo email [email] in caso di urgenze.
La ringrazio per la comprensione in questo periodo per me particolarmente doloroso.
Cordiali saluti,
[Nome e cognome]
[Firma]
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