In un’epoca in cui il mercato del lavoro cambia con estrema velocità e mette le esigenze dei lavoratori sempre più al centro, l’attenzione alla gestione delle risorse umane è sempre più elevata, Ad avere successo sono le imprese che pianificano politiche HR lungimiranti e moderne e che guardano alle risorse interne come a un valore prezioso per l’andamento del business.

Saper attrarre e trattenere talenti è tra gli obiettivi principali di manager e responsabili HR: In quest’ottica la classica remunerazione fissa assume un valore essenziale, ma si affianca ad altri componenti, in quello che viene definito come politica retributiva.

 

COSA SI INTENDE PER POLITICHE RETRIBUTIVE?

Si parla di politica retributiva di un’impresa per riferirsi a tutti i sistemi di retribuzione e incentivazione volti a riconoscere e valorizzare il contributo di ogni singolo collaboratore. Costruire un buon piano di retribuzione è, infatti, uni dei compiti principali (e più delicati) di un Responsabile alla gestione delle Risorse Umane e mira a contrastare la cosiddetta “Great resignation”, ossia uno dei fenomeni più evidenti e preoccupanti per le aziende contemporanee.

Si tratta di un flusso sempre più consistente di persone (concentrate nella fascia tra i 26 e i 35 anni) che scelgono di cambiare lavoro per cercare condizioni economiche migliori o un valido equilibrio tra vita privata e professionale. L’implementazione di politiche retributive eque e motivanti è una delle chiavi principali per convincere il lavoratore a non lasciare l’azienda (o a entrare a farne parte, nel caso non sia ancora nell’organico).

Tali strategie mixano in maniera intelligente tutte gli elementi su cui è possibile far leva per ottimizzare i meccanismi motivazionali dei dipendenti: tra questi rientrano, ad esempio, la retribuzione fissa, i benefit, i componenti variabili della paga, i premi e anche le opportunità di formazione, il welfare aziendale, la flessibilità oraria e il già menzionato work life balance.

Per migliorare il livello di retention (ovvero la capacità delle imprese di trattenere i suoi talenti) e il senso di appartenenza all’azienda, gli HR dovrebbero concentrarsi su un approccio completo al dipendente. Per fare entrare nel team un collaboratore e persuaderlo a restare non basta più, quindi, offrire contratti di lavoro a tempo indeterminato o valide opzioni a tempo determinato, ma serve stimolare le diverse e sfaccettate ragioni che spingono le persone a scegliere il loro percorso lavorativo.

 

COS’È LA RETRIBUZIONE FISSA?

Tra le voci più rilevanti nella scelta tra un’occasione di lavoro e un’altra c’è senza dubbio ancora la retribuzione fissa, composta da minimo contrattuale, dalla contingenza e dagli scatti di anzianità. Leggendo una busta paga, questa voce risulta come la componente più semplice da individuare e comprendere, ovvero quella che può assicurare una certa stabilità economica e soddisfare le proprie aspettative in termini di stipendio.

Spesso a determinare la remunerazione fissa sono i CCNL, che vengono rimaneggiati con frequenza regolare dopo contrattazioni tra sindacati e associazioni dei datori di lavoro in modo da intercettare i reali bisogni quotidiani dei dipendenti, ma anche delle aziende. È questa una delle voci principali che va a formare il classico stipendio medio, considerato per categoria o settore professionale. Per quanto fondamentale, tuttavia, la remunerazione fissa spesso non è uno stimolo sufficiente per costruire un piano retributivo davvero efficace.

 

COS’È LA RETRIBUZIONE VARIABILE?

Oltre alla retribuzione stabilita a contratto, esiste una parte di stipendio che include voci extra quali i bonus una tantum, gli eventuali straordinari lavorati, i premi stabiliti dai CCNL per la categoria.

Possono rientrare nella retribuzione variabile anche tutti i piani di incentivi elaborati dalle aziende per muovere il team verso gli obiettivi comuni e assicurarsi che ognuno dei collaboratori possa essere adeguatamente stimolato a dare il massimo per contribuire alla crescita dell’azienda.

 

COSA SONO I BENEFIT?

Oltre alla retribuzione fissa e variabile, in una politica retributiva studiata ad hoc ci dovrebbero essere anche i cosiddetti “benefit”. Cosa sono? Tutte quelle variabili che l’impresa offre per andare incontro ai concreti bisogni dei suoi dipendenti e che vengono stabiliti generalmente in un piano di welfare (a volte dagli stessi CCNL).

Quali esigenze possono coprire i benefit? Esistono incentivi che riguardano la vita professionale, come la messa a disposizione di strumenti di lavoro (PC, smartphone etc), di un’auto aziendale o di buoni benzina, e altri benefit che coprono le necessità private dei lavoratori, come ad esempio l’offerta di abbonamenti in palestra, eventuali alloggi o convenzioni con il servizio sanitario.

Oltre a queste voci (retribuzione fissa, variabile e benefit) esistono altre sfumature che contribuiscono a quello che viene definito come “total reward” o retribuzione totale. Tra questi rientrano i corsi di formazione, l’aggiornamento professionale o la messa a disposizione di coach e mentor. Inoltre, sono essenziali nel contesto della soddisfazione lavorativa anche tutte le possibilità di remote working o i servizi pensati per favorire il difficile ruolo dei genitori-lavoratori.

 

PERCHÉ È IMPORTANTE CREARE PIANI DI RETRIBUZIONE FISSA

La strategia di total reward consente a imprese e lavoratori di trovare un terreno comune tra le loro esigenze, che spaziano dagli obiettivi di business alla ricerca di un bilanciamento efficace tra sostentamento economico, esigenze personali e crescita lavorativa.

Per un’impresa, attuare politiche di retribuzione dal forte appeal può essere un ottimo modo per migliorare la ricerca di personale che sia valido, preparato e in linea con la cultura aziendale (e non lasciarselo scappare).

Dal punto di vista dei dipendenti, l’ottimizzazione dei parametri presi in considerazione (retribuzione fissa e variabile, incentivi, benefit, work life balance e così via) può creare un solido senso di appartenenza all’impresa e un tasso di entusiasmo e positività che si riflette positivamente sulle prestazioni lavorative.

È noto, infatti, che i dipendenti sono tanto più efficienti quanto più sono sereni e soddisfatti e raggiungere questo ambizioso traguardo dovrebbe essere lo scopo di ogni azienda, qualunque sia il suo settore o le sue dimensioni.

 

 

 

 

 

 
 
 
 

 

 

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