Lavorare come educatore professionale è un compito impegnativo, ma indispensabile. È questa figura a occuparsi, infatti, di dare supporto a persone che si trovano in condizioni di difficoltà, dalla malattia, alla povertà, fino alla mancanza di autosufficienza e alla disabilità.

Per occuparsi di progetti assistenziali, riabilitativi o educativi occorrono formazione e una forte motivazione. Vuoi scoprire con più precisione cosa fa un educatore professionale e come diventarlo? Approfondiamo il tema e andiamo alla scoperta di due figure distinte, l’educatore socio-sanitario e l’educatore socio-pedagogico

 

EDUCATORE PROFESSIONALE: CHI È

L’educatore professionale ha il delicato compito di supportare i soggetti che assiste in un percorso verso il recupero, l’autonomia, la crescita personale e l’integrazione sociale.
È la figura che gestisce e coordina i progetti che si svolgono all’interno dei centri sanitari o nel contesto dei servizi socio-educativi, che possono essere rivolti a diverse categorie di persone: bambini, anziani, tossicodipendenti, alcolisti, disabili, pazienti con problemi psichiatrici, carcerati e così via.

Generalmente lavora all’interno di équipe multidisciplinari, composte da professionisti che, a diverso titolo, concorrono al recupero psicofisico dell’assistito e al potenziamento delle sue capacità personali e/o relazionali. L’educatore diventa, quindi, un vero punto di riferimento per le persone che si affidano alla sua competenza per ritrovare un soddisfacente benessere e un grado di autonomia che gli consenta di vivere la quotidianità con meno difficoltà possibili.

 

TIPOLOGIE DI EDUCATORE PROFESSIONALE

In Italia è stata introdotta un’importante distinzione tra due diversi tipi di educatore professionale, ovvero quello socio-sanitario e quello socio-pedagogico. Ecco quali sono le differenze tra le due figure e i diversi contesti in cui sono chiamate a operare.

 

EDUCATORE SOCIO-SANITARIO

L’educatore professionale socio-sanitario può operare nelle strutture sanitarie e in diversi contesti assistenziali. Ad esempio, lavora nei servizi sanitari come quelli dedicati a tossicodipendenti, ai pazienti psichiatrici, agli alcolisti o ai disabili. Oppure, si occupa di servizi socio-assistenziali come quelli offerti dalle comunità, dai centri diurni per disabili lievi, nelle strutture per anziani o per i minori considerati a rischio. Può anche occuparsi di servizi territoriali di ascolto o educazione e della gestione di progetti specifici creati per soggetti in difficoltà, come mamme o minori in condizioni di vulnerabilità.

 

EDUCATORE SOCIO-PEDAGOGICO

L’educatore socio-pedagogico può inserirsi nell’ambito di servizi sociali o educativi, proposti da scuole, enti pubblici e organizzazioni del terzo settore. Ad esempio, è attivo presso i centri dedicati all’ascolto, alla socializzazione e all’aggregazione e all’educazione, studiati ad hoc per soggetti fragili e vulnerabili (adulti o minori).

 

CHE DIFFERENZA C’È TRA EDUCATORE E EDUCATORE PROFESSIONALE?

Sostanzialmente si definisce “professionale” l’educatore in possesso di una laurea e di competenze specializzate che gli consentono di progettare interventi complessi, avvalendosi di squadre pluridisciplinari. Il percorso per diventare educatore professionale, infatti, mette il lavoratore nelle condizioni di saper affrontare l’intero iter di assistenza e gestire i collaboratori in modo da rendere efficaci i suoi interventi per il soggetto o la comunità per cui presta servizio.

 

COSA FA L’EDUCATORE PROFESSIONALE SOCIO-PEDAGOGICO?

Ha competenze nell’ambito dell’educazione in area pedagogica. È in grado, cioè, di progettare percorsi formativi in grado di accompagnare i soggetti assistiti verso traguardi personali o sociali. Può occuparsi sia di bambini, che di adolescenti, adulti o persone con esigenze speciali.

Si approccia con skill qualificate sia ai singoli soggetti, sia ai gruppi, guidandoli verso uno sviluppo progressivo di capacità, abilità e competenze.

 

COSA FA L’EDUCATORE PROFESSIONALE SOCIO-SANITARIO?

Questa figura si occupa essenzialmente di educazione e di riabilitazione, lavorando in coordinamento con altri operatori, quali medici, psichiatri, insegnanti, assistenti sociali e diversi professionisti capaci di gestire progetti sanitari o sociali strutturati.

 

RESPONSABILITÀ

Sono numerose le mansioni di un educatore. Per quanto tra le due tipologie di professionisti sopra elencate esistano differenze operative, ci sono alcuni compiti fondamentali che coinvolgono entrambe le categorie. Cosa fa, quindi un educatore professionale?

  • Effettua la valutazione funzionale dell’utente.
  • Programma e gestisce interventi educativi mirati al recupero e allo sviluppo delle potenzialità.
  • Predispone il piano riabilitativo.
  • Costituisce l’equipe di lavoro.
  • Redige il Piano Educativo Individuale che specifica educatore di riferimento, obiettivi, vincoli, tempi di verifica, risorse, contesti di intervento.
  • Accompagna gli utenti in attività quotidiane e li assiste nei percorsi di crescita, di emancipazione e di reinserimento e nell’assunzione di farmaci.
  • Realizza attività assistenziali e sociosanitarie.
  • Insegna ad avere cura di sé e della propria persona.
  • Analizza e consulta la documentazione medica.
  • Comprende le necessità del territorio e attiva le reti necessarie in base al percorso individuato e alle esigenze del soggetto o del gruppo.
  • Cura il positivo inserimento o reinserimento psico-sociale dell’utente e crea una relazione educativa personalizzata con l’ausilio di supporti differenziati.
  • Redige la relazione osservativa personalizzata.
  • Comunica e collabora con i familiari dell’utente.
  • Valuta l’intervento educativo verificando, insieme all’equipe, il grado di raggiungimento degli obiettivi prefissati sul singolo caso in carico.
  • Effettua tutte le procedure amministrative e gli adempimenti formali necessari all’affidamento di un appalto di servizio.

 

COME SI DIVENTA EDUCATORE PROFESSIONALE

Sono diversi i percorsi che possono abilitare all’esercizio della professione e si differenziano per gli educatori socio-sanitari e per quelli socio-pedagogici.

 

DIVENTARE EDUCATORE PROFESSIONALE SOCIO-SANITARIO

Per svolgere la professione di educatore professionale socio-sanitario sono necessari due requisiti:

  • una laurea triennale nella classe L/SNT 2, ossia Lauree in Professioni Sanitarie della Riabilitazione;
  • l’iscrizione all’Albo degli Educatori Professionali (istituito dal DM del 2018 sulla base della Legge 3/2018).

 

DIVENTARE EDUCATORE PROFESSIONALE SOCIO-PEDAGOGICO

Sempre nel 2018 si è stabilito di attribuire la qualifica di educatore socio-pedagogico a chi consegue una laurea triennale nella classe L-19, ovvero Scienze dell’Educazione e della Formazione. Non è necessaria l’iscrizione all’albo per operare in questo settore.

 

CHI SONO GLI EDUCATORI SENZA TITOLO?

Nel momento in cui è stato implementato l’obbligo del possesso di una laurea per lavorare come educatore professionale, è stato lasciato un periodo di tempo “transitorio” a chi già svolgeva questa mansione senza un titolo valido. Queste figure (operative sul campo da almeno 3 anni) potevano frequentare un corso professionale da 60 CFU per essere nuovamente in regola.

Oggi, però, non è più possibile svolgere il mestiere di educatore professionale senza una laurea e l’eventuale iscrizione all’albo.

 

QUAL È LO STIPENDIO DI UN EDUCATORE PROFESSIONALE?

Sono molti i fattori che influenzano lo stipendio di un educatore professionale, quali il settore di assunzione, pubblico o privato, l’inquadramento, l’esperienza, il luogo geografico, il tipo di organizzazione nella quale si è inseriti o l’orario di lavoro.

In media, lo stipendio di un educatore si aggira sui 1.100/1.200 € netti mensili per le posizioni entry-level. Può salire verso i 1.400/1.500 € con il progredire dell’esperienza e, per le posizioni più qualificate e con anni di attività sul campo, arriva anche ai 2.500/2.600 € netti mensili.

 

COMPETENZE DELL’EDUCATORE PROFESSIONALE

Quali sono le principali hard skill di un educatore?

  • Conoscenza della pedagogia generale e della psicologia sociale e di comunità.
  • Normativa in materia sanitaria.
  • Competenze base di neurologia, psicopatologia, sociologia e psichiatria.
  • Tecniche di counseling socio-sanitario.
  • Tecniche di gestione degli interventi di mediazione nelle relazioni interpersonali.
  • Tecniche di primo soccorso.
  • Conoscenza della normativa delle strutture socio-sanitarie.

Abilità di gestione dei progetti.

 

SOFT SKILL

Quali sono, invece le soft skill, ovvero le abilità personali e relazionali, di cui un educatore socio-sanitario dev’essere dotato?

  • Ascolto
  • Capacità analitiche.
  • Capacità relazionali.
  • Creatività.
  • Collaborazione
  • Decisionalità.
  • Empatia.
  • Flessibilità e buona adattabilità a diversi contesti.
  • Gestione dello stress.
  • Iniziativa
  • Orientamento al cliente.
  • Osservazione
  • Pianificazione e organizzazione.
  • Problem solving.
  • Resilienza
  • Stabilità emotiva e autocontrollo.
  • Teamworking

 

AMBIENTE DI LAVORO

L’ambiente e le condizioni di lavoro di un educatore professionale variano a seconda del contesto e dell’organizzazione in cui è inserito. Tuttavia, esistono considerazioni generali circa la quotidianità di questi professionisti.

Gli educatori professionali possono lavorare sia in ambiti pubblici, sia privati, operando, ad esempio, all’interno di enti territoriali, aziende sanitarie locali, cooperative sociali, comuni o associazioni.  A volte gli educatori sono inquadrati come soci-lavoratori nelle cooperative, altre sono lavoratori autonomi con partita IVA. Possono anche essere assunti con contratti di lavoro a termine su specifici progetti oppure con contratti a tempo indeterminato.

Il luogo di lavoro è generalmente quello delle strutture specializzate nelle quali operano, anche se possono lavorare a domicilio o impegnarsi in trasferte in altri territori.
L’orario di lavoro può essere part-time o full-time, generalmente di 36 ore settimanali. Data la particolare funzione che svolgono possono essere chiamati a lavorare su turni, anche notturni, o in occasione di festività.

L’educatore professionale lavora in team con altri professionisti e i suoi colleghi possono essere infermieri, medici, psicologi, psichiatri, assistenti sociali, altri educatori, OSS e le altre figure occupate presso le organizzazioni presso le quali sono operativi. L’aspetto più difficoltoso di questa professione è senza dubbio la relazione con i soggetti assistiti, spesso in condizioni di forte disagio psico-fisico, in parziale o totale assenza di autonomia, provenienti da situazioni di forte stress o impegnati in complicati processi di guarigione.

 

COSA FA UN EDUCATORE IN UNA COOPERATIVA?

È molto comune che gli educatori professionali vengano assunti all’interno di cooperative sociali, assunti come soci lavoratori. Le sue mansioni, in questo caso, sono direttamente connesse alla tipologia di attività educativa, formativa, riabilitativa che la cooperativa svolge per il territorio e per i suoi cittadini.

 

COME LAVORARE COME EDUCATRICE NEGLI OSPEDALI?

L’operatore socio-sanitario in possesso dei requisiti visti sopra (laurea e iscrizione all’albo) può lavorare anche in ambito ospedaliero. In questi contesti rappresenta una figura essenziale per i pazienti, che si trovano in un momento particolarmente critico e sfidante della loro vita, impegnati cioè ad affrontare la malattia. L’educatore professionale può comprendere a fondo le loro esigenze e guidarli in un efficace cammino di recupero, proponendo loro strategie di adattamento ed elaborazione, ma anche interventi ludici o percorsi di supporto mirati.

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