Secondo quanto afferma il diritto italiano, ogni lavoratore può essere remunerato per la sua attività attraverso diverse modalità, tra cui le più diffuse sono quelle a tempo, a provvigioni, con una partecipazione diretta agli utili prodotti, oppure a cottimo.
Se la formula più classica di retribuzione è senza dubbio quella a tempo (ovvero uno stipendio corrisposto su base oraria rispetto al tempo che il lavoratore impiega nelle sue attività), il cottimo è probabilmente la seconda per diffusione ed è regolamentato dall’art. 2099 del Codice Civile.
Cerchiamo di capire cosa significa esattamente lavorare a cottimo e quali vantaggi possono trarre le aziende e i lavoratori da questo particolare tipo di rapporto.
INDICE DEI CONTENUTI
- Cosa si intende con lavoro a cottimo?
- Perché si dice a cottimo: significato
- Come funziona il cottimo
- Cosa sono il cottimo pieno e il cottimo misto?
- Come si calcola la retribuzione a cottimo?
- Quali lavori vengono retribuiti con pagamento a cottimo?
- Quali sono i vantaggi e gli svantaggi del lavoro a cottimo?
- Come trovare un lavoro con pagamento a cottimo?
COSA SI INTENDE CON LAVORO A COTTIMO?
In linea generale un lavoratore viene pagato “a cottimo” quando il suo compenso non è rapportato alla durata della prestazione, ma alla quantità di lavoro svolto. Con questo si può intendere sia il risultato finale dell’impegno del professionista, sia il rendimento del lavoratore in termini di risultati ottenuti in uno specifico lasso di tempo.
Se oggigiorno per molti lavoratori gli impieghi a cottimo sono un modo per diversificare e arrotondare le entrate, molti altri scelgono di avviare un lavoro a cottimo come occupazione principale, sfruttando al massimo i possibili vantaggi. Nata essenzialmente per le forme di lavoro autonomo, il cottimo ha iniziato a essere utilizzato sempre più di frequente anche nei casi di lavoro subordinato.
PERCHÉ SI DICE A COTTIMO: SIGNIFICATO
È probabile che la parola cottimo derivi dal latino quotŭmus, che significa “quale” o “di quale numero”, un interrogativo che richiede come risposta un numero ordinale. Ciò avrebbe un chiaro collegamento con il fatto che i lavoratori a cottimo sono remunerati spesso in base ai pezzi prodotti o alla quantità di risultati che hanno raggiunto.
Altre interpretazioni fanno risalire il termine alla parola cottimum, derivante dal greco κοττισμός e usata per riferirsi al gioco dei dadi e al suo insito rischio. Le parole coctemo, cottomo o simili erano, infatti, diffuse ampiamente nell’Italia centrale nel XIV secolo per indicare tendenzialmente opere retribuite in base alla quantità di lavoro stimata o realizzata, oppure locazioni pagate su base forfettaria. La derivazione, quindi, potrebbe essere plausibile rispetto al significato che ha assunto oggi la parola cottimo.
COME FUNZIONA IL COTTIMO
Il cottimo è, come accennato, una tipologia di lavoro pagata in base ai risultati ottenuti (opere, pezzi o altri output). Può essere di due tipologie, ovvero individuale, quando considera solo il rendimento di un lavoratore, oppure collettivo, quando è un gruppo di lavoratori a raggiungere collettivamente un risultato atteso.
Esistono diverse tipologie di cottimo, che possono essere utilizzate come forme di collaborazione sia nell’ambito dei contratti a tempo indeterminato, sia nel contesto di rapporti a tempo determinato. Tra queste:
- quello a pezzo, nel quale la retribuzione è determinata moltiplicando il compenso per il numero di unità prodotte in un prestabilito lasso temporale;
- quello a tempo, che considera il tempo risparmiato per svolgere un’attività lavorativa rispetto a quello considerato standard:
- quello a forfait, misurato solamente in base all’opera terminata.
Se spesso sono aziende e lavoratori a scegliere di pianificare lavoro e retribuzione come cottimo, secondo l’art. 2100 C.C. in alcuni casi diventa obbligatorio retribuire a cottimo i collaboratori, ovvero:
- se per com’è organizzata l’attività lavorative il dipendente è vincolato a un certo ritmo produttivo;
- se le prestazioni del dipendente vengono valutate in base ai temi delle lavorazioni misurati (considerando il tempo impiegato per svolgere le attività o il numero di pezzi prodotti in un tempo specifico).
Inoltre, non è possibile usare il cottimo durante un apprendistato, poiché tale collaborazione è considerata un momento formativo e il neo-collaboratore non può essere incentivato ad aumentare i ritmi di lavoro a discapito di un reale apprendimento.
COSA SONO IL COTTIMO PIENO E IL COTTIMO MISTO?
Nel diritto italiano il lavoro a cottimo è considerato una fonte di retribuzione basilare, integrativa rispetto alla normale retribuzione a tempo. Unica eccezione a questa regola è rappresentata dal cottimo pieno, associato alle attività dei lavoratori a domicilio.
In tutti gli altri casi, solitamente si parla di cottimo misto, che prevede:
- una retribuzione fissa su base mensile e connessa alle ore lavorate;
- un’eventuale retribuzione a cottimo, in base alla produttività del dipendente.
COME SI CALCOLA LA RETRIBUZIONE A COTTIMO?
Lo stesso principio appena visto porta la legge a prevedere che la retribuzione percepita a cottimo non possa essere il totale della paga, ma che possa essere concordato solo un cottimo parziale (salvo deroghe ed eccezioni specifiche). Nel calcolo di quanto spettante al lavoratore, devono essere considerate quindi:
- una retribuzione base;
- una retribuzione a cottimo garantito, ossia spettante al collaboratore quando viene raggiunto il livello minimo di produzione stabilito a priori (e che viene erogata anche quando il mancato raggiungimento del traguardo non sia dipeso dal lavoratore);
- un compenso crescente a cottimo, erogato al superamento del livello minimo di produzione visto sopra.
Sono i CCNL a stabilire il minimo di cottimo, ossia la retribuzione minima che ogni azienda è tenuta a corrispondere ai suoi lavoratori. Inoltre, è specifico dovere del datore di lavoro:
- comunicare a ogni collaboratore, in modo chiaro e trasparente, quali sono gli elementi che costituiscono la paga e quali i compensi unitari per le lavorazioni;
- tenere traccia della quantità di lavoro effettuata e delle tempistiche.
QUALI LAVORI VENGONO RETRIBUITI CON PAGAMENTO A COTTIMO?
Sono oggi numerosi i lavori retribuiti a cottimo, anche se generalmente questa modalità retributiva è più diffusa nell’ambito di attività facilmente misurabili in termini di risultati. Ad esempio, il lavoro a cottimo è diffuso in agricoltura, per remunerare gli addetti alla raccolta stagionali anche in base alla quantità di frutta o verdura ottenuta a fine giornata.
Anche gli artigiani possono essere retribuiti a cottimo, in base al lavoro finale eseguito o ai progressi delle lavorazioni in un predeterminato lasso temporale. I commerciali e i venditori possono anch’essi avere una parte della retribuzione misurata secondo accordi a cottimo e, nell’era della GIG Economy, molti dei professionisti a cottimo sono parte di questo grande trend.
Si ricollegano a questo filone tutti i lavori a chiamata, che prevedono prestazioni tipo occasionale e temporaneo e non legati a stabili rapporti lavorativi tra datore di lavoro e dipendente. Il settore è in costante evoluzione e trasforma le sue regole mentre si struttura, garantendo sempre maggiori regole e sicurezze ai suoi protagonisti. All’interno della GIG Economy sono ricompresi quei lavoratori prettamente a chiamata, come i riders, ma anche l’ampia categoria dei lavoratori online freelance, che svolgono professioni quali sviluppatori, copywriter, grafici, traduttori, digital strategist e numerose altre professioni tipicamente remunerabili a progetto o a risultato.
QUALI SONO I VANTAGGI E GLI SVANTAGGI DEL LAVORO A COTTIMO?
Senza dubbio il lavoro a cottimo è ideale per te se hai un eccellente controllo della tua organizzazione quotidiana, ottime skill di time management e un alto livello di produttività. È una buona idea scegliere di delegare una parte del tuo stipendio all’efficienza lavorativa quando conosci bene il lavoro da svolgere e riesci a individuare tattiche valide per ottimizzare la velocità di esecuzione dei compiti assegnati.
Per lavorare a cottimo sono necessari anche un’eccellente autonomia di lavoro e una straordinaria capacità di concentrazione, che ti consenta di tenere pieno focus sull’obiettivo e di lavorare con ritmi serrati per tutto il tempo richiesto. La motivazione gioca un ruolo chiave in questo senso, così come la competenza professionale maturata. Lavorare con queste modalità ti può offrire ampia libertà d’azione, orari flessibili e un elevato grado di soddisfazione professionale.
È decisamente sconsigliato optare per remunerazioni a risultato se senti la necessità di ritmi lavorativi più tranquilli, non riesci a ideare autonomamente piano d’azione per il raggiungimento di specifici traguardi e preferisci che le tue mansioni quotidiane siano stabilite e pianificate dall’alto, oltre che costantemente monitorate. Non ha senso, ovviamente, optare per il cottimo anche nel caso di lavori dov’è difficile o impossibile trovare strategie per migliorare il rendimento (e, di conseguenza, la retribuzione).
In questi casi, infatti, lo stipendio o l’extra derivante dal cottimo potrebbero non essere assolutamente adeguati alle tue aspettative ed è meglio optare per normali retribuzioni a tempo.
COME TROVARE UN LAVORO CON PAGAMENTO A COTTIMO?
Cercare il tuo prossimo lavoro che offre pagamenti a cottimo non è difficile, a patto di cercare nel posto giusto e di sapere quali tipologie di mansione possono essere compatibili con una remunerazione che consideri i risultati dell’opera.
Sulla bacheca online di Gi Group trovi offerte di lavoro sempre aggiornate, che includono anche una buona scelta di professioni nei quali è previsto un cottimo pieno o misto. Non dimenticarti, inoltre, che molte aziende sono felici anche di ricevere candidature spontanee da talenti in linea con le loro necessità, anche quando non hanno posizioni aperte espressamente a disposizione.
Prima di iniziare muovere i tuoi primi passi nel mondo del lavoro, però, ricordati di effettuare tutti quei passaggi che ti consentono di prepararti adeguatamente alla ricerca del tuo impiego ideale, anche a cottimo.
Quali? Ad esempio redigi un curriculum completo ed efficace che ti aiuti a fare colpo sui recruiter e che contenga una presentazione delle tue hard e soft skill, la tua migliore foto CV, le tue motivazioni e i risultati che sei già stato in grado di raggiungere. È sempre un’ottima idea, inoltre, quella di prepararti adeguatamente al eventuali appuntamenti con le aziende, studiando quali possono essere le domande tipiche del colloquio e allenandoti anche ad affrontare diverse tipologie di incontri, test e prove.
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