I lavoratori subordinati hanno il diritto di assentarsi dal loro posto di lavoro per diversi motivi riconosciuti dalla legge.

Ferie, maternità, periodi di aspettativa retribuita, congedi parentali, ROL e altri permessi retribuiti sono tutte modalità che concedono ai dipendenti di non presentarsi sul posto di lavoro, mantenendo retribuzione e contratto attivo.

L’aspettativa non retribuita, invece, è un periodo di tempo di sospensione del rapporto di lavoro che puoi richiedere al tuo datore di lavoro, accettando di non percepire lo stipendio per il relativo lasso di tempo, ma con la garanzia di non essere licenziato. Quali sono le motivazioni che possono legittimarti a chiedere questo particolare tipo di permesso?

Tra motivi familiari, di studio o di volontariato, ecco le casistiche principali che ti consentono di prenderti un periodo di aspettativa non retribuita, per svolgere altre attività

 

CHI HA DIRITTO ALL’ASPETTATIVA NON RETRIBUITA?

Tutti i lavoratori dipendenti, pubblici  o privati, possono chiedere l’aspettativa non retribuita, a patto che abbiano in essere un contratto a tempo indeterminato (se hai all’attivo un contratto a termine a tempo determinato non potrai, invece, chiedere questo tipo di aspettativa). Sostanzialmente questa concessione ti dà diritto a occuparti di problematiche personali o familiari, al di fuori dell’ambito lavorativo, senza la paura di perdere il tuo posto di lavoro.

Tra le principali fonti normative che stabiliscono i limiti e le regole per la gestione dell’aspettativa non retribuita ci sono la Costituzione e il Codice civile (art. 2110 e 2111), lo Statuto dei lavoratori la legge numero 53 del 2000 o il decreto ministeriale 278, sempre del 2000.

Se avessi intenzione di chiedere un’aspettativa retribuita dovresti comunque fare riferimento prima di tutto al tuo CCNL, che conterrà certamente  tutti gli inquadramenti e le regole da seguire nel tuo caso specifico (tempi, periodi, modalità di richiesta, etc).

 

COME FUNZIONA LA RICHIESTA DI ASPETTATIVA NON RETRIBUITA?

Se hai intenzione di richiedere un’aspettativa non retribuita, quindi, il primo passo da compiere è capire esattamente cosa dice e cosa prevede il tuo contratto e il CCNL in cui sei inquadrato.

Per facilitare la richiesta puoi rivolgerti al reparto risorse umane della tua azienda e farti guidare attraverso i diversi step della richiesta di aspettativa. Sostanzialmente puoi inoltrare la tua domanda in qualsiasi momento, preferibilmente in forma scritta, e attendere la risposta del datore di lavoro, che dovrebbe pervenire entro 10 giorni (anche per questo dato è preferibile consultare il CCNL di riferimento), sia in caso di accettazione, sia in caso di diniego.

 

PROCEDURA ASPETTATIVA NON RETRIBUITA

Dovrai preparare la tua domanda di aspettativa formulando una comunicazione scritta e preparando anche tutti i documenti che certificano i motivi per cui hai intenzione di assentarti dal luogo di lavoro. Il dettaglio della documentazione fornita e le ragioni alla base della tua scelta potrebbero convincere il datore di lavoro a dire sì alla richiesta.

Ricordati di indicare sempre nelle tue lettere di richiesta il tuo nome e la posizione lavorativa che ricopri, il periodo di aspettativa richiesto le motivazioni, la data e la firma.

Puoi consegnare la lettera direttamente al datore o al reparto HR, optare per una raccomandata A/R o anche inviare una PEC, sempre allegando la documentazione che attesti le tue motivazioni.

 

MOTIVAZIONI PER L’ASPETTATIVA NON RETRIBUITA

Solitamente le aspettative non retribuite vengono richieste per dei gravi motivi personali o familiari, che richiedono attenzione, presenza e tempo per essere gestite. In alcuni casi sono cariche elettive o gravi situazioni di salute (come la tossicodipendenza) a spingere a inoltrare questo tipo di richiesta.

Vediamo meglio i diversi scenari, caso per caso.

 

ASPETTATIVA NON RETRIBUITA PER MOTIVI PERSONALI

Molte delle richieste di aspettativa vengono fatte per “motivi personali”, un’ampia categoria di cause e ragioni. Per gli eventi più comuni e di rapida risoluzione (come un matrimonio o un appuntamento) esistono numerosi tipi di permesso, anche retribuito, da richiedere e conviene optare, invece, per l’aspettativa non retribuita quando gli impegni da seguire sono ritenuti più ampi e di rilievo.

Ad esempio? La ristrutturazione di casa, la nascita di un bambino che non sia un figlio, ma che necessita di essere seguito, o qualsiasi altro evento che il lavoratore ritenga meritevole delle sue attenzioni. L’aspettativa può durare 12 mesi e può anche essere frazionata.

 

GRAVI MOTIVI FAMILIARI

La legge 53/2000 prevede che il dipendente pubblico o privato possa chiedere un periodo di aspettativa di massimo due anni (sempre sfruttabili sia in modo continuativo o frazionato) anche per gravi motivi familiari. In questo caso, devono sussistere importanti disagi personali propri o dei parenti e affini entro il 3° grado (coniuge, fratelli, figli, sorelle, suoceri e così via).

Ovviamente deve trattarsi di ragioni che esulano da altre situazioni, come quelle previste dalla legge 104 e dai suoi congedi straordinari. Le gravi necessità possono derivare da un forte malessere personale (che non rientri nella malattia, come il caso della depressione, che dà invece diritto ad astensione retribuita) o dalle necessità di cura e assistenza continuativa ai familiari.

 

FORMAZIONE

Puoi decidere di assentarti dal lavoro con un’aspettativa non retribuita se hai almeno 5 anni di anzianità presso la tua azienda e desideri:

  • conseguire titoli di studio di secondo grado;
  • prendere un diploma universitario;
  • prendere una laurea;
  • svolgere attività formative (non finanziate direttamente dal datore di lavoro).

Il periodo massimo concesso sono 11 mesi, continuativi o frazionati.

 

DOTTORATO

L’aspettativa, retribuita o non retribuita,  per svolgere un dottorato è prevista solo nel settore pubblico, qualora il dipendente sia in possesso di alcuni requisiti stabiliti dalla legge.   I dipendenti del settore privato non possono, invece, chiedere questo tipo di aspettativa non retribuita (dovranno sfruttare eventualmente i permessi di studio retribuito previsti dalla legge e dal contratto di lavoro).

 

CARICHE PUBBLICHE O SINDACALI

Se, da lavoratore dipendente, vieni eletto a parlamentare (italiano o europeo), membro di un consiglio regionale o devi svolgere incarichi pubblici in comuni, enti locali o presso enti sindacali, puoi chiedere al tuo datore di lavoro l’aspettativa non retribuita con conservazione del tuo posto di lavoro, per tutta la durata del mandato.

Se vieni eletto presso un’amministrazione locale, invece, non è prevista aspettativa, ma puoi chiedere specifici permessi retribuiti per lo svolgimento dell’attività politica che variano in relazione alla carica rivestita.

 

VOLONTARIATO

I CCNL disciplinano anche l’aspettativa non retribuita per volontariato, prevista sia per i lavoratori pubblici, sia per quelli privati.  La legge prevede una aspettativa retribuita, invece, nei casi in cui l’attività venga svolta presso le organizzazioni inserite negli elenchi delle Agenzie della Protezione Civile. In questi casi hai diritto a un periodo di aspettativa di 30 giorni continuativi e massimo 90 giorni frazionati all’anno, che possono aumentare in caso di dichiarata emergenza nazionale.

 

TOSSICODIPENDENZA

In caso di grave tossicodipendenza del lavoratore a tempo indeterminato o dei suoi congiunti stretti è possibile chiedere un’aspettativa non retribuita della duratapari al periodo del trattamento a cui si partecipa e comunque non superiore al limite massimo di 3 anni. In questi casi, la dipendenza deve essere certificata dal SERT di competenza.

 

QUANTO TEMPO SI PUÒ STARE IN ASPETTATIVA NON RETRIBUITA?

La risposta è: dipende dalla motivazione dell’aspettativa. Il limite massimo sono in genere due anni, ma il periodo concesso varia parecchio a seconda della ragione alla base della richiesta. Si va dagli 11 mesi per motivi di formazione, a una durata pari al periodo di riabilitazione per tossicodipendenzama in ogni caso l’aspettativa non retribuita può sempre essere goduta sia in modo continuativo, sia in maniera frazionata nel corso dei mesi o degli anni.

È importante considerare che, in caso di lavoro part-time, i periodi di assenza sono ridotti e riproporzionati alle effettive giornate di lavoro svolte in azienda.

 

ASPETTATIVA NON RETRIBUITA: RIFIUTO RICHIESTA

Il datore di lavoro deve sempre accettare la richiesta di aspettativa non retribuita? In realtà  può rifiutarsi, ma deve riuscire a motivare sempre la sua risposta con precise esigenze organizzative o produttive. Può anche accettare solo parzialmente la richiesta, sempre motivando la sua decisione o ritenere del tutto illegittima la ragione alla base della domanda.

Si tratta di una decisione comunque delicata. Se da un lato il datore di lavoro sceglie di mantenere nell’organico una risorsa che non avrà concretamente in azienda per un lungo periodo, dall’altro dovrà prestare molta attenzione ai motivi dell’eventuale diniego.

 

ASPETTATIVA NON RETRIBUITA E CONTRIBUTI

Salvo che il CCNL di riferimento non preveda diversamente, durante il periodo di aspettativa non matura anzianità o pensione. Questo periodo di aspettativa non rientra tra i permessi o congedi retribuiti e, quindi, non porta alla maturazione di contributi, né di ferie, tredicesima, TFR o di congedi di alcun tipo.

Però, qualora la richiesta di aspettativa sia motivata da ragioni di studio sarà possibile versare comunque i contributi a fini pensionistici o aver diritto a contributi figurativi in caso di copertura di cariche pubbliche e sindacali.

 

 

 

 

 

 
 
 
 

 

 

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