Il Trattamento di Fine Rapporto (TFR), anche conosciuto come “liquidazione”, è la somma che viene corrisposta dall’azienda al lavoratore al termine del rapporto di dipendente. Il TFR viene erogato in tutti i casi di cessazione del rapporto di lavoro, sia in caso di licenziamento sia in caso di dimissioni.

Conoscere il TFR può aiutarti a capire meglio quanto ti spetta, quali sono i tuoi diritti in merito a questo trattamento, come calcolarlo e quando può esserti pagato. Analizziamo, uno per uno, tutti questi aspetti.

 

CHE COS’È IL TFR IN PAROLE SEMPLICI?

Il Trattamento di Fine Rapporto è la somma a cui hai diritto a ricevere quando interrompi il tuo rapporto di lavoro. Tale cifra spetta a qualsiasi lavoratore subordinato, a prescindere dal motivo che ha portato alla cessazione della collaborazione: licenziamento (anche per giusta causa), dimissioni volontarie o per giusta causa, risoluzione consensuale o pensionamento.

Sostanzialmente ogni lavoratore matura ogni mese una parte della sua retribuzione, destinata ad accantonarsi nel TRF e a essere erogata al termine del rapporto lavorativo.
Tale trattamento è disciplinato dall’art. 2120 del Codice Civile, che contiene le principali disposizioni in merito al calcolo della liquidazione e alla sua eventuale anticipazione.

È esplicitato in questo articolo il diritto al Trattamento di Fine Rapporto per tutti i subordinati (escludendo quindi i lavoratori autonomi), sia che questi, prima del termine del rapporto, avessero in essere un contratto a tempo indeterminato, sia che la collaborazione fosse impostata su un contratto a tempo determinato o altre forme contrattuali. Anche un contratto part-time (verticale oppure orizzontale) fa nascere il diritto al TFR, che verrà ovviamente calcolato in base della retribuzione percepita per le ore di lavoro effettivamente svolte.

 

LE FORME PENSIONISTICHE COMPLEMENTARI

A partire dal 1° gennaio 2007, se sei un lavoratore dipendente del settore privato, hai 6 mesi di tempo per scegliere di destinare il tuo TFR alle forme pensionistiche complementari o mantenerlo presso l’azienda per cui lavori. Sono forme di previdenza con l’obiettivo di formare una prestazione pensionistica integrativa. Esistono:

  • fondi pensione chiusi o negoziali previsti da accordi e contratti collettivi nazionali e aziendali, relativi a uno specifico settore, impresa, gruppo di imprese o territorio;
  • fondi promossi dalle Regioni;
  • fondi aperti creati da istituti di credito, compagnie di assicurazione, etc;
  • fondi istituiti dalle casse professionali privatizzate;
  • fondi preesistenti, previsti dalla contrattazione collettiva prima del 1992;
  • forme pensionistiche individuali realizzate mediante contratti di assicurazione sulla vita.

In caso di mancata scelta, vale la regola del silenzio-assenso: il TFR viene destinato alla forma pensionistica complementare di categoria (ad esempio Fon.te. per i lavoratori del commercio, del turismo e dei servizi oppure Cometa per i metalmeccanici) o, in caso di sua assenza, a Fondinps, il fondo pensione dell’INPS.

 

COME SI CALCOLA IL TFR?

Sempre l’art. 2120 del C.C. chiarisce anche le modalità di calcolo del TFR. In pratica il trattamento si calcola sommando una quota pari alla retribuzione dell’anno stesso, divisa per 13,5. Lo stesso viene fatto per ogni anno di servizio.

Inoltre, la legge n. 297/1982 ha disciplinato l’importante tema della rivalutazione del TFR, che evita sostanzialmente che la somma di denaro maturata subisca pesanti svalutazioni nel corso degli anni. Alla data del 31 dicembre di ogni anno, la quota di TFR maturata negli anni precedenti a quello in corso viene, quindi, ricalcolata con un tasso di rivalutazione dell’1,5% fisso e del 75% dell’aumento dell’indice di rivalutazione dei prezzi rispetto al dicembre dell’anno precedente (dati stabiliti dall’ISTAT).

 

QUANTO È TASSATO IL TFR?

Il TFR subisce una tassazione separata, disciplinata dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR) con l’obiettivo di sottoporre il trattamento di fine rapporto a un’imposizione fiscale equa.

Nel caso in cui tu scelga di accantonare il TFR in azienda (e non in un fondo pensione, altra opzione a tua disposizione) alla somma che maturi non viene applicata nessuna tassazione, fino al momento in cui l’importo non viene liquidato. Nel momento dell’erogazione, al TFR viene applicata un’aliquota che dipende dal reddito medio degli ultimi 5 anni, calcolata seguendo le tabelle IRPEF (si va da un minimo del 23% per redditi fino a 15.000 Eur a massimali del 43% per i redditi che superano i 50.000 Eur).

Nel caso in cui tu decida di richiedere l’anticipo del TFR (vediamo sotto di cosa si tratta), la tua somma sarà comunque soggetta a tassazione separata e all’applicazione della specifica aliquota IRPEF.

 

QUANDO TI VIENE PAGATO IL TFR?

Non esistono riferimenti normativi specifici circa le tempistiche di liquidazione del TFR. Tuttavia, generalmente le imprese sane dal punto di vista economico e finanziario tendono a versare il TFR insieme all’ultima busta paga o eventualmente entro un limite di 30/45 giorni dal termine del rapporto.

È un tuo diritto quello di percepire al più presto il TFR, non appena si conclude il contratto di lavoro che avevi in essere (su questo tema esistono diverse pronunce della Cassazione).
È comunque utile consultare il tuo contratto o il CCNL, perché potrebbero contenere anche indicazioni sulle tempistiche di erogazione del Trattamento di Fine Rapporto. Non c’è, inoltre, nessuna differenza nelle tempistiche che il tuo rapporto si sia interrotto per licenziamento, pensionamento, dimissioni volontarie, etc.

Se l’impresa per cui lavori fallisce e il tuo TFR era stato depositato in azienda, le tempistiche per ricevere quanto ti spetta potrebbero allungarsi, ma non perderai il diritto a ricevere il tuo TFR, che può essere versato anche direttamente dall’INPS grazie all’istituzione di appositi Fondi di Garanzia, nati per tutelare i dipendenti privati.

Il TFR va versato anche nel caso in cui il dipendente perda fortuitamente la vita prima della fine del rapporto di lavoro. In tal caso i destinatari sono gli eredi diretti (coniuge, figli etc) o eventualmente i parenti più stretti, fino al 3° grado.

 

QUANDO VIENE PAGATO IL TFR AI DIPENDENTI PUBBLICI?

Per i dipendenti pubblici esisteva un regime di trattamento di fine rapporto diverso da quello in essere per i dipendenti privati. Il TFS era il “Trattamento di fine Servizio” che è stato in vigore (e tuttora viene versato) ai dipendenti assunti prima del 1 ° gennaio 2001.

A tutti i dipendenti pubblici assunti dopo questa data, viene versato un TFR che segue le stesse regole di quello maturato dai subordinati del settore privato. I termini per l’erogazione del TFS ai dipendenti pubblici possono variare a seconda delle cause che motivano la fine del rapporto di lavoro.

 

DOVE VEDERE IL TFR MATURATO IN BUSTA PAGA?

L’ammontare del tuo TFR è consultabile in qualsiasi momento, direttamente dalla tua busta paga. Il cedolino contiene, infatti, l’importo che hai maturato negli anni e puoi trovarlo all’interno della specifica sezione dedicata alla liquidazione.

Troverai qui sia la quota maturata nel mese di riferimento, sia quanto hai accantonato progressivamente nel corso dei mesi, fino all’anno in corso. Potrai così tenere sempre sott’occhio l’andamento del tuo TFR e farti un’idea di quanto riceveresti nel caso dovessi decidere di interrompere il rapporto di lavoro. Ovviamente, qualora dovessi avere dubbi riguardo la tua liquidazione, il suo calcolo o la sua erogazione, potrai sempre rivolgerti al reparto Risorse Umane, che è a disposizione dei dipendenti anche per risolvere dubbi riguardanti la lettura della busta paga e delle sue voci.

 

COME VEDERE IL TFR MATURATO SUL SITO INPS?

È possibile controllare il tuo TFR anche direttamente sul sito dell’INPS, semplicemente accedendo alla tua area privata attraverso il login con un PIN personale o attraverso l’identità digitale SPID. Ti basta poi navigare nella sezione MyINPS e consultare le informazioni previdenziali per dipendenti privati.

Qui troverai tutti gli accantonamenti relativi ai tuoi anni di lavoro e potrai verificare con precisione gli importi del TFR accantonati. Dovessi riscontrare difficoltà, una valida opzione è quella di farti aiutare dal personale esperto dei patronati.

 

ESEMPIO BUSTA PAGA LIQUIDAZIONE TFR

Un piccolo esempio potrebbe chiarire ulteriormente le idee circa il TFR. Poniamo, ad esempio, che la tua retribuzione annua sia di 25.000€ lordi. In questo caso, accantonerai ogni anno 25.000€ / 13,5, ovvero 1.851,85€ per il tuo TFR.

A questo totale annuo dovrai sottrarre una percentuale da versare all’INPS, ossia lo 0,50%: per l’anno in corso accantonerai questa cifra per il Trattamento di Fine Rapporto, che si andrà a sommare alle cifre maturate e rivalutate negli anni precedenti per formare il tuo TFR lordo.

 

TFR QUANDO NON SPETTA?

Come accennato, hanno diritto al TFR tutti i lavoratori subordinati, assunti a tempo pieno o part time, con contratto a termine o indeterminato. Sono esclusi, quindi, da questo diritto solamente i lavoratori autonomi, le partite IVA e i collaboratori occasionali.

 

COME RICHIEDERE L’ANTICIPO TFR?

Puoi chiedere anticipatamente il tuo TFR, per un massimo del 70% di quanto già accumulato, se lavori nella stessa azienda da almeno 8 anni. La richiesta, una sola alla stessa azienda, deve essere motivata da:

  • spese mediche straordinarie;
  • acquisto della prima casa per te o i tuoi figli;
  • spese durante il congedo di maternità o paternità;
  • formazione.

Ora che conosci nel dettaglio tutte le informazioni relative al TFR, probabilmente affronterai con maggiore serenità la fine eventuale del tuo rapporto di lavoro. Se sei già pronto per metterti alla ricerca della tua nuova occupazione, puoi consultare le numerose offerte di lavoro presenti sul portale Gi Group e trovare la posizione perfettamente in linea con le tue aspettative!

 

 

 

 

 

 

 
 
 
 

 

 

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